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CIFRA e anche CIFERA, di cui la prima forma è accorciamento
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CIFRA e anche CIFERA, di cui la prima forma è accorciamento.
Definiz: Sost. femm. Carattere, col quale si rappresenta ciascuno dei numeri sino alla diecina.
Dall'arabo sifr, che significa lo Zero dei numeri arabici. –
Esempio: Bellin. Bucch. 83: Tant'arti e magisteri, Che ridir non gli pôn penne nè carte, Nè chiudergli in lor cifre abbachi interi.
Definiz: § I. E, secondo il suo senso etimologico, si usò per Zero. –
Esempio: Grand. Instit. Aritm. 1: Fu instituito che.... si adoperassero questi dieci caratteri, 1, 2, 3.... 9, 0; de' quali i primi nove significano altrettante unità raccolte per ordine, e l'ultimo, cioè la cifra, che per sè sola nulla significherebbe, serve però di riempimento per denotare ec.
Esempio: E Grand. Instit. Aritm. 47: Ciascun lato sia composto.... di cinque unità o di cinque cifre.
Definiz: § II. Cifra diconsi due o tre lettere iniziali, segnatamente di nome e cognome, per lo più intrecciate tra di loro. –
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 1: Non restan per tanto i moderni dipintori di porre in un canton delle tavole una cifera, la quale il proprio lor nome dimostri o 'l soprannome.
Esempio: Buonarr. Descr. Nozz. 10: E questo [edifizio] per leggiadra maniera di alcune gran lettere dorate intrecciato si faceva cifera dei due reali nomi Maria e Enrico, mescolando tra esse gigli con palle ordinatamente.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 119: Per fraude si sono falsificate iscrizioni e cifere, vendendo opere moderne per antiche, e d'eccellenti maestri.
Esempio: Baldin. Decenn. 3, 167: Aveva fatto anche un altro ritratto di sè medesimo,... e vi è sotto la sua solita cifra A. D.
Definiz: § III. Cifra dicesi anche a Ciascuno di quei segni con che s'indicano le monete, i pesi e simili.
Definiz: § IV. Cifra, vale altresì Maniera di scrittura, per mezzo di segni convenuti, e non intesi se non da quelli tra cui si adopera, o che ne hanno la chiave o la contraccifra; onde le maniere Scrittura in cifra, Lettera in cifra, Dispaccio in cifra, per Lettera ec. scritta con questa maniera di segni. –
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 408: Messer Antonio gli aperse l'animo suo, che, se gli dava l'anima d'avere le cifere dell'ambasciadore, o lettere che scrivesse al duca Giovanni, gli darebbero quegli danari che volesse.
Esempio: Machiav. Art. Guerr. 408: Per non mandare imbasciate a bocca, scrivono lettere in cifera.
Esempio: Bemb. Stor. 29: Scrissero incontinente al Consiglio de' signor Diece lettere in cifera, chiedendo loro risposta.
Esempio: Car. Lett. ined. 1, 224: Avvertendovi che non m'avete lassata cifera di numeri tra i contrassegni che mi lasciaste.
Definiz: § V. E per similit. –
Esempio: Accolt. Prosp. 48: Onde bisogna dire e credere, che anche il Disegno e la Pittura ha la sua cifra e contracifra per celarsi.
Definiz: § VI. E figuratam. per Discorso o Scritto oscuro e quasi enimmatico. –
Esempio: Grazz. Comm. 312: Oh, è cotesta grammatica? G. Messer no; anzi è cifera.
Definiz: § VII. E pur figuratam., per Maneggio, Pratica, Artifizio e simili, condotto con grande segretezza, e in modo che altri non se ne accorga. –
Esempio: Cecch. Mogl. 1, 1: Ed ho guidata la cosa sì cauta, Che benchè ci sia stato chi ha fatto Opera di trovar la quinta essenzia, Che però nessun ha possuta intendere Questa cifera.
Definiz: § VIII. E poeticam., per Segno simbolico, Fatto o Avvenimento figurativo di qualche cosa. –
Esempio: Metast. Dramm. 7, 416: Onnipotente Dio, Con quai cifre oggi parli!
Definiz: § IX. Chiave della cifra, dicesi Il mezzo per intendere i segni convenuti nelle corrispondenze segrete.
Definiz: § X. E per similit. riferito a discorsi oscuri ed enimmatici. –
Esempio: Salvin. Disc. 2, 71: Così il Burchiello è impossibile che perfettamente si potesse intendere senza averne avuta dalla sua propria bocca la spiegazione, e di tante sue cifre la chiave.
Definiz: § XI. Scrivere in cifra, ed anche per cifra, Carteggiare e simili in cifra, ed anche per cifra, vale Servirsi scrivendo di segni convenuti, e non intesi se non da coloro che ne hanno la chiave, o la contraccifra. –
Esempio: Marcellin. Vanit. Mond. 131: Vorrebbe scriver per cifra, e teme non essere intesa; e se intesa può essere, non vi ha gusto, chè non le pare aprire appieno l'animo suo.